Annabelle 3: lasciate in pace i morti

Notoriamente, quando in una saga si va avanti con i capitoli, arriva un momento in cui qualcosa cambia e la qualità scende: Annabelle 3, adesso nei cinema, diretto da Gary Dauberman, è un esempio lampante di come le case di produzione tendano a voler fare troppo, ad abusare del meritato successo dei primi film, per poi consegnare al pubblico qualcosa di già visto.

Eppure, al ripetersi della classica domanda di Annabelle “Vi sono mancata?”, la risposta è: sì, perché la saga Conjuring-Annabelle resta una delle migliori qualitativamente e stilisticamente degli ultimi anni.

Ci siamo affezionati ai personaggi e ai loro demoni, soprattutto alla celebre coppia Ed e Lorraine Warren,  che però, in questo terzo capitolo non fa da protagonista. Ed ecco probabilmente il primo grande difetto del film. I coniugi Warren lasciano la figlia Judy (Mckenna Grace, che ricorderete tra i giovani attori di Hill House) con la babysitter Mary Ellen, una brava ragazza che ha però un’amica apparentemente un po’ impicciona, Daniela, la quale si intrufola nella casa dei Warren per curiosare, spinta dai pettegolezzi ingiuriosi che da tempo ricoprono i Warren in quanto demonologi, motivo per cui la piccola Judy è oggetto di bullismo a scuola. Ma la verità di Daniela è un’altra: spera di entrare in contatto con lo spirito del padre morto recentemente in un incidente d’auto. Peccato che a rispondere alla chiamata di Daniela ci sia invece Annabelle, che i Warren hanno da poco rinchiuso in una teca di vetro in una stanza piena di oggetti che erano stati posseduti da demoni. Inutile dire che Daniela ha commesso un grave errore, che mette a repentaglio le vite di Daniela stessa, Judy, Mary Ellen e il suo aspirante fidanzato.

[foto: RollingStone | Teamworld ]

Quindi ecco il secondo difetto del film: proprio come Ouija, il target è decisamente adolescenziale: ognuno dei quattro personaggi viene giustamente bombardato da pericoli e presenze demoniache, che si possono placare solo con un esorcismo e per di più Daniela viene posseduta da uno spirito molto potente, potenziato dalla liberazione di Annabelle.
Il film non è certamente scadente, tuttavia, si può senz’altro dire che in fondo non era un capitolo necessario: non si vede alcuna fantasia dietro la sceneggiatura e fondamentalmente il fatto di allacciarsi ai coniugi Warren è soltanto un pretesto per agganciare lo spettatore ad una promessa di soddisfazione. Peccato che la promessa non venga in realtà mantenuta.

Lavinia Consolato

Inguaribile cinefila cinofila che passa la sua vita nelle sale cinematografiche

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