Di falsi profeti e apostoli
Sembra il paradiso, ma è una prigione. La promessa di libertà è una schiavitù.
Lei richiede i suoi tributi di sangue. Lei dà la vita e la toglie.
Lei è la Dea di un’isola in cui il Male regna.
Thomas Richardson (Dan Stevens), un uomo sveglio ma con un problema di dipendenza dal laudano, si reca in incognito su un’isola/comunità in cui una setta religiosa pagana tiene la sorella in ostaggio per avere un cospicuo riscatto. Il profeta Malcom (Michael Sheen) di giorno riunisce i fedeli promettendo la salvezza su quest’isola in cui regna Lei, una Dea della vita; di notte, invece, uccide chi si oppone alle regole. Ed è di notte che ogni abitante versa come tributo il proprio sangue per questa Dea.
[foto: www.cinematographe.it| www.netflixlovers.it ]
Thomas assiste impotente alle minacce di morte verso la sorella, aspettando il momento giusto per agire e raccogliendo informazioni. Intanto è ben chiaro che Lei, rappresentata come una vecchia legata ad un trono di rovi, non è una dea molto generosa, o per meglio dire, sta lentamente morendo: la terra non dà abbastanza frutti e gli agnelli nascono morti. Lentamente la comunità morirà di fame se a Lei non verrà dato il vero tributo che le spetta: vite umane. La realtà è più complessa di quello che sembra, ma ancora una volta il vero mostro è l’uomo che ha perso la retta via.
Apostolo, diretto da Gareth Evans, è un film Netflix distribuito nell’ottobre del 2018 di cui non si è parlato abbastanza: nonostante non faccia effettivamente molta paura – è infatti molto più un thriller che un horror – la storia è interessante e ben recitata. Benché il film sia ambientato nel 1905, si può cogliere un riferimento all’attualissima questione climatica odierna: quando l’uomo si impossessa della ricchezza della terra, quella, resa schiava, muore e non dà più i suoi frutti.