Don’t look now: un dicembre rosso shocking
Niente è come sembra
È noto come gli italiani sappiano essere molto fantasiosi nel tradurre i titoli dei film stranieri: così Don’t look now (1973) di Nicolas Roeg diventò A Venezia… un dicembre rosso shocking.
Il film, tratto da un romanzo di Daphne Du Maurier (la stessa autrice da cui è stato tratto Rebecca, la prima moglie di Hitchcock, per intenderci), non è un vero horror, e sicuramente il titolo depista lo spettatore ignaro che si aspetta più che altro un thriller con qualche aspetto paranormale.
Un maniaco si aggira per Venezia e uccide giovani donne, buttandone i corpi nei canali. Pare che la strada di questo maniaco si sia incontrata con quella di una coppia inglese giunta a Venezia per il lavoro da restauratore del marito. John e Laura (Donald Sutherland e Julie Christie) hanno recentemente perso la figlioletta Cristina in un tragico incidente che l’ha vista annegare in un laghetto ghiacciato; sembra che stiano affrontando con coraggio il lutto, ma l’improvviso incontro con una figura sinistra ed inquietante cambierà le cose: una sensitiva cieca che sente la presenza della bambina in mezzo a loro. “Portava un impermeabile rosso lucido quando è annegata, io l’ho vista”.
[foto: abnorme.it | lascimmiapensa.com ]
Laura resta sconvolta e ottiene dalla sensitiva una seduta spiritica dalla quale non apprende molto su Cristina stessa, di contro la donna percepisce un’aura di pericolo attorno a John. Cominciano ad accadere strane coincidenze ed incidenti sul lavoro: una bambina con un cappotto rosso si aggira per le calli e John e Laura la cercano, la cercano, seguendo una scia di colore rosso che attraversa tutto il film in ogni particolare. Il rosso è ovunque, come segno, nel senso più semiotico del termine: il sangue è ovunque e questa ricerca mortifera della figlia è forse una ricerca della morte stessa, in quello specchio d’acqua della città che ricorda incessantemente l’acqua del laghetto.
Il film si fa un po’ pregare, forse spaventosa è la lentezza di certe sequenze, ma si sblocca verso la fine, specialmente negli ultimi 10 minuti in cui il montaggio è suggestivo in un senso squisitamente estetico. Il finale presenta effettivamente degli elementi horror, come li presentavano i primi gialli di Dario Argento (d’altro canto gli anni sono quelli e una citazione sembra d’obbligo).
Trovate Don’t look now disponibile su film per evolvere. Il sangue seguirà per tutto questo dicembre i nostri lettori con la rivisitazione di horror adatti per le fredde giornale invernali, quando fuori c’è la neve e, chissà, qualcosa di cui aver paura.